La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale.
L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati intorno ai 75 mila. Ogni anno vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo di circa il 10%.
Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dalla dieta alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può causare danni.
La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.
Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali: frumento, farro, orzo, segale, avena. Seguire una dieta senza glutine significa evitare alimenti contenenti questi cereali e i loro derivati. Si possono utilizzare invece altri tipi alimenti quali: riso, mais, miglio, manioca ed altri.
Molte industrie alimentari hanno messo in commercio alimenti senza glutine sempre più gradevoli: farine che sostituiscono quella di grano, pane, pasta, biscotti, dolci, cracker, grissini, fette biscottate, merende. La dieta del celiaco risulta così varia ed equilibrata nonostante l’esclusione del glutine.
Nel soggetto geneticamente predisposto l’introduzione di alimenti contenenti glutine, quali pasta, pane, biscotti o anche tracce di farina ricavata da cereali vietati, determina una risposta immunitaria abnorme a livello dell’intestino, cui consegue una infiammazione cronica con scomparsa dei villi intestinali.
Importanti e qualche volta irreversibili le malattie determinate da una diagnosi tardiva: osteoporosi, infertilità, aborti ripetuti, bassa statura nei ragazzi, diabete mellito, tiroidite autoimmune, alopecia, epilessia con calcificazioni cerebrali e il temutissimo linfoma intestinale.
Non sempre la celiachia si presenta in modo palese. Infatti le sue forme cliniche possono essere molteplici.
Esistono diversi tipi di celiachia che sono classificati in base ai sintomi:
Forma Tipica
si manifesta subito dopo lo svezzamento con l’introduzione del glutine nella dieta, ma in alcuni casi può manifestarsi anche dopo il 2°-3° anno di vita. E’ caratterizzata da diarrea con fortissimi crampi addominali e raramente da stitichezza. Le continue evacuazioni debilitano il celiaco che va in disidratazione e di conseguenza accusa una forte debolezza che lo rende irritabile, irascibile e apatico. Spesso alla diarrea si affianca vomito o anoressia con significative perdite di peso. Nel bambino ciò porta addirittura al blocco della statura e al ritardo nello sviluppo puberale.
Il malassorbimento, conseguente alla distruzione dei villi intestinali, porta a diverse manifestazioni extraintestinali come l’anemia, dovuta al mancato assorbimento di ferro, che non risponde alle comuni terapie a base di ferro, a carenza di folati, vitamine sali minerali soprattutto magnesio, calcio e zinco. La carenza di calcio è responsabile dell’osteoporosi, spesso correlata alla celiachia, e dell’alterazione dello smalto dentale.
Alla celiachia spesso sono correlate anche patologie come: disturbi neurologici, dell’apparato cardiovascolare, polmonare ed endocrino come tiroiditi autoimmuni e diabete. Caratteristica della forma tipica è una dermatite erpetiforme, caratterizzata dalla comparsa di bolle ed eritemi che causano dolore e forte prurito. L’azione continua del glutine a livello intestinale può provocare nei casi più gravi una neoplasia intestinale.
Forma Atipica
si manifesta senza diarrea ma con forti dolori addominali, spesso vere e proprie fitte, meteorismo e dispepsia. Sono sempre più numerose e caratterizzate soprattutto da sintomi extraintestinali come anemia sideropenica (carenza di ferro), osteoporosi, dermatite erpetiforme, bassa statura, anoressia, comparsa recidiva di afte, alterazioni dello smalto dentale, stipsi e alopecia. Spesso nella forma atipica si può riscontrare un alto valore delle transaminasi correlate ad un’epatite celiaca caratterizzatala da irritazione epatica che, in alcuni casi, può degenerare in cirrosi. Di solito il fegato è tanto più compromesso quanto più l’intestino è compromesso. I bambini possono manifestare rachitismo e ritardo puberale.
Forma Silente
non si manifesta con sintomi evidenti, anche se la mucosa intestinale è danneggiata come nella forma tipica e atipica. Non avendo sintomi è difficile da diagnosticare. Recenti studi dimostrano che all’aumentare dell’introduzione di glutine aumenta la possibilità che i sintomi sia intestinali che extraintestinali si manifestino.
Forma Potenziale
Il soggetto non presenta manifestazioni ma ha una predisposizione genetica per cui la patologia si potrebbe manifestare in futuro.
Diagnosi
In fase preliminare si possono eseguire esami del sangue specifici quali gli AGA e gli EMA.
Gli AGA sono anticorpi antigliatina IgA e IgG che danno informazioni sulla predisposizione dell’organismo ad attaccare la gliatina, una proteina del glutine.
Gli EMA invece indicano la predisposizione dell’organismo a danneggiare la mucosa intestinale.
I due test vanno eseguiti necessariamente insieme.
Se i test sono entrambi positivi indicano che il soggetto è celiaco invece sono entrambi negativi indicano con certezza che il soggetto non è celiaco.
Il test anti-transglutaminasi, invece è legato alla ricerca degli anticorpi anti IgA nel sangue ed è altrettanto preciso e affidabile. Esiste in commercio un test d’autoanalisi, xeliac test, che dosa gli anticorpi anti-transglutaminasi su un piccolissimo campione di sangue. La ricerca degli anticorpi anti-transglutaminasi può inoltre essere effettuata anche sulla saliva.
Se questi test preliminari risultano positivi si passa alla gastroscopia con biopsia che valuta l’atrofia intestinale ed è l’unica analisi in grado di dare una diagnosi certa e definitiva.
Per la celiachia al momento non esistono cure, l’unico rimedio è quello di eliminare completamente dalla dieta qualsiasi alimento che contiene glutine. La dieta deve essere ferrea e durare tutta la vita senza strappi o eccezioni poiché le conseguenze possono durare anche mesi.
Le uniche farine concesse ai celiaci sono: farina di riso, farina di mais, fecola di patata, tapioca, farina di soya, farina di grano saraceno, e farine di mandorle, noci, nocciole, arachidi, ceci e castagne. Il glutine è contenuto oltre che nei farinacei anche in alti alimenti come per es. gelati, hot-dog e birra e anche in molti farmaci, quindi prima che essi vengano utilizzati è necessario verificare che siano privi di glutine.
Fortunatamente oggi esistono diverse ditte che producono prodotti senza glutine e gran parte di essi viene anche erogata dal sistema sanitario nazionale.
Per ulteriori informazioni e consigli su questa malattia si può consultare il sito:
AIC Associazione Italiana Celiachia