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  • Attenzione a non sottovalutare l’anemia

    25-09-2014
    generica

    Sottodiagnosticata e, diciamolo pure, anche sottovalutata e sottotrattata. In Italia oggi solo la metà dei soggetti che presentano anemia viene effettivamente approcciata in chiave terapeutica. Eppure la condizione patologica è molto diffusa, stando ai dati di Health Search, la banca dati della Simg. Il quadro riveste particolare evidenza nella popolazione femminile nella fascia tra i 35 e i 54 anni (10 per cento delle persone con valori bassi di emoglobina), che comprende le donne in età fertile e in fase pre-menopausale. Negli anziani (75-84 anni) il trend è sovrapponibile nei due sessi (5,7 nelle donne e 3,9 per cento negli uomini). Se si considerano specificamente le persone con anemia da carenza di ferro, il 59 per cento dei soggetti è rappresentato da donne con età inferiore ai 55 anni, il 25 per cento da donne con più di 55 anni e solo il 16 per cento dai maschi. L'errore principale, in tutte queste forme si chiama sottovalutazione: un "modus operandi" che può rivelarsi poco razionale, soprattutto negli anziani. Secondo Domenico Girelli, Ordinario di Medicina Interna presso l'Università di Verona "si tende a considerare il fenomeno come un fatto "para-fisiologico", in altri termini "normale", secondario ad altre malattie. Ovviamente a meno che i livelli di emoglobina circolante arrivino a valori allarmanti (sotto i 9-10 grammi per decilitro, considerando che i valori normali sono maggiori di 12-13 g/dl)". Invece nella terza età l'anemia può favorire il declino delle capacità fisiche e cognitive, oltre che influire addirittura sulla sopravvivenza.

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